All’interno di nicchie di abitazioni private o di monumenti del paese; ubicati su vie centrali oppure più interne; tradizionali od eccentrici: sono i “presepi di quartiere”, simboli indiscussi della cristianità che contribuiscono ad ornare angoli di San Piero Patti in occasione del Natale.
Gruppi di sampietrini vicini di casa che condividono quotidianamente gli stessi spazi e luoghi, negli ultimi anni, in prossimità delle feste si riuniscono e collaborano all’allestimento di presepi che nascono dalla creatività e dall’estro collettivo.
Un consolidato appuntamento che non concorre solo a celebrare ed esaltare lo spirito delle feste impreziosendo il centro nebroideo ma che, soprattutto, accresce il senso di fratellanza; di appartenenza della comunità alla propria terra e di legame ad uno tra i più antichi emblemi del Natale.
Le caratteristiche principali di queste “opere d’arte” sono l’uso dei semplici materiali impiegati e le fantasiose location nelle quale dove sono allestite: chiunque visiti questi presepi troverà la bellezza della creatività; l’accoglienza di chi la creati e la promozione del territorio.
Via Toscana; via Margi; via Argentina e la centralissima Torquato Tasso sono alcuni dei teatri “a cielo aperto” che custodiscono le creazioni. Particolare attenzione merita quello allestito nella vasca della fontana di S. Vito che esalta l’indiscussa bellezza di un’opera che adorna il centro abitato e che costituisce uno dei tesori più preziosi di San Piero Patti, costruita nel 1686 per benevolenza del barone Giuseppe Caccamo.
Iniziative come questa dei “Presepi di Quartiere”, realizzati da sampietrini che nella maggior parte dei casi non sono artigiani per professione ma semplici appassionati di arte presepiale, rappresentano la testimonianza tangibile di una collettività che unita intende salvaguardare e proiettare nel futuro le proprie tradizioni ed origini ed, al contempo, promuovere il proprio ingente patrimonio storico, artistico e culturale che merita davvero un posto in primo piano nei circuiti turistici.
Sara Gaglio