San Piero Patti – Quartiere Arabite, storico tesoro abbandonato all’incuria ed al degrado

San Piero Patti – Quartiere Arabite, storico tesoro abbandonato all’incuria ed al degrado

In paese esiste un tesoro dimenticato e mortificato dal degrado e dall’abbandono: il quartiere storico “Arabite”, autentica casbah che dal fiume Timeto sale verso l’antico torrione dell’ex Castello, oggi sede della Biblioteca Comunale, dell’Auditorium e di un Museo ancora dalla destinazione incerta .

Arabite è uno degli agglomerati più antichi e caratteristici del paese, il quale, come si evince dall’etimologia del nome stesso, venne edificato dagli Arabi che si trasferirono in San Piero Patti dall’827d.c. in poi, per quasi due secoli. Chi visita il paese ed oltrepassa la zona più moderna – se ha la “fortuna” di intuire dove si trovi tale area storica  data l’insufficienza dei cartelli di indicazione – si ritrova improvvisamente di fronte ad una visione che trasporta il visitatore in un mondo di  fiaba. Tante case una sull’altra, inframmentate da viuzze in pietra e ripide scale dove basta chiudere gli occhi per immaginare l’arrivo di un cavaliere arabo.Arabit_003

Purtroppo, come in molte occasioni già evidenziato, questo prezioso sito ( ritenuto uno tra i più belli dell’isola) è stato negli anni abbandonato all’incuria ed al disinteresse. La politica  nostrana sembrerebbe non averne mai compreso l’importanza culturale e turistica e, quindi, neanche l’indotto economico che Arabite potrebbe generare per il paese tutto. Il cemento l’ha fatta da padrone e, malauguratamente, alcune modifiche urbanistiche hanno arrecato profonde ferite all’originaria bellezza del rione; a questo si aggiunga poi l’abbandono di buona parte degli abitanti del quartiere che si sono trasferiti in centro o sono emigrati. Arabite è quindi rimasta semi deserta ed abbandonata a sé stessa tra immobili in rovina; strade sporche ed invase dalla vegetazione spontanea che vi cresce e che si provvede, solo sporadicamente, ad estirpare. Disagi questi periodicamente segnalati all’amministrazione locale sia da alcuni consiglieri comunali – da ultimo nel recente civico consesso – e soprattutto dai residenti stanchi di vedere umiliata la zona nella quale vivono.

Paradossale che l’amministrazione inviti la cittadinanza al rispetto dell’ambiente – anche mediante il servizio di differenziata dei rifiuti “porta a porta” istituito da poche settimane – se poi il centro storico, ovvero l’anima stessa del paese, viene lasciato nel più assoluto degrado proprio da chi ha proposto il nuovo metodo di raccolta e che dovrebbe muoversi su due fronti: uno, operare in prima persona per quanto riguarda ad esempio la cura del verde pubblico e della manutenzione delle strade e degli immobili fatiscenti; due, vigilare sul lavoro di pulizia e sulla differenziata affidata ad una ditta privata che, proprio e soprattutto nel centro storico (come si evince dalle fotografie) non adempie al suo incarico nel migliore dei modi, stante le segnalazioni del mancato ritiro degli appositi sacchetti dei rifiuti e della sporcizia che regna sovrana nel borgo. Ad onor del vero, in questi giorni, l’Amministrazione Trovato ha provveduto a far pulire una parte delle viuzze del borgo antico e quelle mancanti – secondo quanto dichiarato dall’Assessorato di competenza in Consiglio comunale – verranno a stretto giro rese linde impiegando anche forza lavoro tramite i voucher  lavoro proposti dal Comune, dato che il personale in forza all’Ente sembrerebbe insufficiente. In attesa di verificare  la corrispondenza “parole-fatti”, nel frattempo una riflessione nasce spontanea: la politica deve essere sempre “obbligata” a compiere il proprio dovere – una volta l’anno!- dalle lamentele della comunità che, a sua volta, deve essere sempre costretta a fare la voce grossa  per ottenere i propri diritti?Arabit_004

Risulta difficile comprendere le motivazioni politico-amministrative di tale noncuranza nei confronti di un sito che, seppur fortemente lese, possiede ancora grandissime potenzialità turistiche e storico culturali da valorizzare tramite un preciso Piano Particolareggiato che sia in grado, oltre al recupero urbanistico, di trasformare  il quartiere di nuovo in un luogo vivo, pulito ed attraente tramite la creazione , ad esempio, di case – albergo; botteghe artigiane; itinerari storici; manifestazioni rievocative; ecc.  Insomma un progetto ad hoc che tenga conto  di tutte le caratteristiche naturali che il posto offre affinché  Arabite possa divenire un polo di richiamo. Perché  ciò  si realizzi, chi guida il paese avrebbe dovuto perseguire una linea progettuale completamente  differente rispetto a quella che ha e continua a tracciare. Andavano, di fatti, seminati i germogli per la salvaguardia , valorizzazione e promozione di questa “gemma” del patrimonio sampietrino. Contribuendo in tal modo anche allo sviluppo economico  ed occupazionale del comune nebroideo. Infatti, considerando che negli ultimi anni San Piero Patti, grazie alla presenza delle numerose strutture ed aziende ricettive private ( ristoranti; agriturismi, b&b, ecc), pare sia ritornato ad essere meta di turismo – “ seppur mordi e fuggi” – se gli enti locali fossero riusciti a rendere interessanti agli occhi dei vacanzieri i tesori storici- artistici e culturali del paese  (il Museo; il Convento del Carmine; le varie chiese locali; ecc ) e quindi a trattenere e convogliare queste presenze in questi siti, ciò avrebbe potuto anche creare nuove opportunità lavorative soprattutto  tra i tanti giovani che lasciano il paese perché costretti dalla mancanza di occupazione. E fra questi tesori, il quartiere Arabite avrebbe dovuto avere, senza alcun dubbio, la precedenza in termini di  interventi mirati per farlo risorgere.Arabit_001

Il “ caso” Montalbano Elicona- borgo divenuto meta turistica di migliaia di turisti negli ultimi 365 giorni – non è un avvenimento fortuito ma, piuttosto, il frutto di un percorso politico e culturale che, negli anni, ha dato i giusti risultati in termini di valorizzazione del territorio  e di ritorno economico. A quanto pare, nonostante i pochi chilometri che separano i due comuni nebroidei, l’eco di tali positive intuizioni non è  evidentemente riecheggiata qui in paese, dove le istituzioni locali non sono riuscite ancora a comprendere che solo salvaguardando e valorizzando le radici ed i tesori che il passato ci ha donato ci potrà essere speranza per un roseo futuro. Quanto ancora dovremmo aspettare affinchè  i “ buoni proposti” proclamati in ogni tornata elettorale si concretizzino?

Sara Gaglio

 

 

 

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