SAN PIERO PATTI – Il Centro Antiviolenza in prima linea: selfie ed eventi per dire “NO” alle sopraffazioni sulle donne

SAN PIERO PATTI – Il Centro Antiviolenza in prima linea: selfie ed eventi per dire “NO” alle sopraffazioni sulle donne

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Novembre, mese della sensibilizzazione e delle manifestazioni per contrastare una delle più subdole ed esponenziali piaghe sociali: la violenza sulle donne. Nell’ultima settimana di questo mese infatti l’associazione “La Clessidra” ed il Centro Antiviolenza “No al Silenzio” di San Piero Patti organizzeranno una serie di iniziative – in diversi comuni del territorio nebroideo e coadiuvati da altre associazioni ed Enti – in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, che ricorre il 25 Novembre. foto_centro_anti_violeza_001Data questa nella quale ricorre l’anniversario del brutale assassinio, perpetrato nel 1960, delle tre sorelle Mirabal, donne rivoluzionarie ed impegnate a osteggiare il regime di Rafael Leónidas Trujillo (1930-1961), dittatore che tenne la Repubblica Dominicana nell’arretratezza e nel caos per oltre 30 anni.

La Clessidra, presieduta dalla psicologa e psicoterapeuta Catena Camuti, in collaborazione con le dott.sse Adele Lo Presti e Milena Barca, da anni opera per contrastare il fenomeno della violenza di genere a livello preventivo, conoscitivo e di sostegno alle vittime. Dalla scorsa estate ha inoltre istituito, in San Piero Patti, il Centro Antiviolenza “No al Silenzio” che si configura come uno sportello antiviolenza nel quale operatrici debitamente formate- le dottoresse e le volontarie Eleonora Damico, Veronica Di Perna, Valentina Messina e Serafina Di Salvo- svolgono un servizio di “Help Line”: ascolto telefonico per orientare le vittime a riconoscere la violenza così da indirizzarle agli esperti del territorio per affrontare adeguatamente la situazione di abuso che vivono. Supportate da tanti professionisti (avvocati; psicologi; terapeuti; assistenti sociali; ecc.) che prestano i loro servizi gratuitamente, lo sportello è in stretta sinergia con l’ASP Messina; le forze dell’ordine e tutti gli altri Enti ed Istituzioni locali al servizio delle donne che subiscono soprusi.selfie_001

Dal 1 novembre il Centro ha avviato la campagna di sensibilizzazione ” Dì no alla violenza con un selfie ” che sta già riscuotendo un notevole successo: tantissime, infatti, le foto postate sui social network che inneggiano alla non violenza sulle donne.

A partire poi da giorno 23 e sino al 30 Novembre si aprirà la settimana itinerante delle altre iniziative che prevedono sia l’installazione delle “Scarpe Rosse” e di Stand informativi sia performance (coreografate ed eseguite dalla ballerina Valentina Messina) liberamente tratte da “Ferite a Morte”, progetto teatrale sul femminicidio scritto e diretto da Serena Dandini: un’ antologia di monologhi che attingono alla cronaca e alle indagini giornalistiche per dare voce alle donne che hanno perso la vita per mano di un marito, un compagno, un amante o un “ex”. Un immaginario racconto postumo delle vittime assassinate da uomini che avrebbero dovuto amarle e proteggerle.

foto_centro_002Le manifestazioni coinvolgeranno, in vari momenti ed in date diverse, i comuni di Patti; Novara di Sicilia; San Piero Patti; Librizzi; Montalbano Elicona e Gioiosa Marea.
Durante le varie iniziative, inoltre, verranno raccolte donazioni per la realizzazione di un Centro Studi sulla questione femminile che sarà messo a disposizione degli studenti e della cittadinanza tutta.

Tanti simboli ed iniziative per un solo impegno comune e prioritario: dire “NO AL SILENZIO” per prevenire e contrastare le violenze ed i soprusi troppo taciuti e sfociati, purtroppo, nelle innumerevoli morti “annunciate” delle donne: all’incirca una ogni tre giorni.anti_violenza_003

Manifestazioni che vogliono essere pertanto momenti di riflessioni non solo per gli uomini ma anche e soprattutto per le donne vessate da padri, mariti o compagni violenti, affinché le stesse vittime imparino, mediante la cultura, a vincere la vergogna immotivata e superino così ogni forma di retaggio culturale e stereotipo che le bloccano alla denuncia dell’inferno in cui vivono.

 

 

Sara Gaglio

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