SAN PIERO PATTI – Area ASI : richiesto intervento di bonifica in c.da Sardella per rimuovere le coperture in amianto.

SAN PIERO PATTI – Area ASI : richiesto intervento di bonifica in c.da Sardella per rimuovere le coperture in amianto.

Negli ultimi giorni, è partita dal Palazzo comunale di San Piero Patti una nuova iniziativa – indirizzata al Dipartimento Regionale della Protezione Civile ed all’ ASI di Messina – per chiedere un intervento di bonifica e di rimozione delle  coperture in amianto presenti nell’ area ASI  del sito di Contrada Sardella  da sempre e da tutti conosciuta come ex Porcilaia.

La proposta è stata promossa non solo dal primo cittadino sampietrino, Salvino Fiore, ma anche dall’Associazione ZW Sicilia (C.lo A. Carmoz) e dal gruppo consiliare di minoranza “San Piero in Comune”.

Nel documento si chiede , per l’ennesima volta , una sanificazione ed un corretto smaltimento ambientale per agevolare la realizzazione di un eventuale impianto fotovoltaico per lo sfruttamento dell’energia solare . Idea progettuale questa già avanzata dall’ Amministrazione Fiore che, nel 2021, comunicava di aver scritto all’Assessore Regionale alle Attività produttive, On.le Assessore Domenico Turiano, e al Commissario Regionale per la liquidazione ASI, Avv. Achille Piritore, per segnalare l’opportunità di poter effettuare un intervento che consentisse di conseguire la duplice finalità della bonifica e smaltimento dell’amianto ed anche  la realizzazione di un impianto produttivo che, nel rispetto dell’ambiente, potesse concorrere a favorire anche l’occupazione locale proprio nel Nucleo Agro Industriale di C.da Sardella.

Progettata nel lontano 1986 dall’Area Sviluppo Industriale Messina  ( oggi IRSAP ) e finanziata dal CIPE (per quasi 40 miliardi delle vecchie lire, cifra mai spesa in toto), nella comunemente definita “Porcilaia” sarebbe dovuta sorgere una filiera alimentare (allevamento, macellazione e trasformazione delle carni suine ed ovine) costituita da circa 32.000 mq di capannoni distribuiti su una superficie di  22 ettari di terreno che avrebbero dovuto ospitare 20.0000 animali.

L’idea originaria era quella di coniugare la zootecnia con l’industria alimentare e, da qui, dar vita ad una straordinaria occasione occupazionale per l’intero territorio nebroideo. In realtà il progetto, dopo la sua inaugurazione, si bloccò quasi sul, per poi essere completamente abbandonato nel 1995 dall’A.S.I.

Lo spettrale insediamento è da sempre comunque rimasto allo stato della costruzione di semplici  muri e coperture diventati, dopo 30 anni di abbandono, ricettacolo di animali randagi e deposito di rifiuti di ogni genere.

Per non parlare della “bomba ecologica “ che questo stesso monumento allo spreco costituisce per tutta la comunità locale data la presenza delle innumerevoli coperture dei realizzate con lastre di Eternit.

L’annosa questione è da tempo immemore al centro di rimpalli politici e di promesse  mai mantenere. Ciclicamente si parla di possibili riconversioni e bonifiche di questo luogo il cui stato , oramai degradato e nocivo per la salute pubblica, continua tristemente ad essere sotto gli occhi di tutti ma importare a pochi.

L’auspicio dell’intera comunità e del comprensorio limitrofo è quello  che finalmente l’attuale ed ultima iniziativa , che mira a riaccendere i riflettori sulla questione, venga davvero presa in considerazione  e che , a stretto giro, possa colmarsi l’ingiustificabile ritardo ed indifferenza manifestata in questo trentennio nei confronti di una terra deturpata e dimenticata.

Sara Gaglio

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