Un angolo vuoto. E’ questo che a partire da oggi 19 ottobre i passanti per Piazza Duomo si ritroveranno al posto della storica cabina rossa gestita dalla Telecom.
Da pochissime ore il servizio di telefonia pubblica su strada è stato rimosso dagli operatori della stessa compagnia lasciando al suo posto uno spazio momentaneamente scevro di ogni arredo urbano e chiudendo anche un’epoca storica .
Tale rimozione – che sta avvenendo pian piano in tutta Italia – è dovuta al «Programma di Riordino e Pulizia» sulla base delle indicazioni dell’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) che prevede, per l’appunto, la dimissione di tutte quelle cabine pubbliche dalle quali non vengano effettuate almeno 3 chiamate al giorno. Ed, evidentemente, la vecchia cabina sampietrina, nell’era dei telefonini sempre in tasca, oramai era divenuta inutile dal punto di vista del suo specifico uso.
Si stima che la stessa fine toccherà agli altri 85 punti telefonici (circa 6.4%) dei 1.335 presenti lungo le vie e nelle piazze dello stivale, tutti considerati obsoleti e – nella maggior parte dei casi- devastati oppure divenuti bagni di fortuna o ricoveri per i clochard. Vano e praticamente inutile provare a risistemarle proprio a causa dell’imperante e crescente avvento della telefonia mobile che ha dato loro “ colpo di grazia. Uniche eccezioni gli impianti nei punti di rilevanza sociale (ospedali, carceri, scuole, stazioni,ecc) dove le cabine continueranno ad esistere.
Ad onor del vero, non si tratta di una rimozione a ciel sereno in quanto mesi addietro Telecom Italia aveva provveduto ad apporre sulle proprie cabine un avviso tramite il quale informava la clientela della futura chiusura del servizio pubblico comunicando, altresì, la possibilità di opporsi a tale decisione. I cittadini potevano infatti inviare una mail di dissenso alla compagnia la quale doveva valutare le eventuali contestazioni entro il giugno 2015.
Lo smantellamento odierno della cabina di San Piero Patti è, evidentemente, conseguenza del disinteresse della comunità verso tale servizio pubblico rimpiazzato dalle nuove forme di comunicazione sicuramente più immediate, meno costose ed agevoli.
Nella società “2.0” è divenuto antiquato andare in tabaccheria per acquistare una scheda telefonica o reperire nelle tasche i centesimi per telefonare. I social e le app hanno quindi vinto sulle vecchie cabine che invece- a partire dagli anni ’50- sono state indispensabili per chi, fuori casa, doveva effettuare una chiamata urgente.
L’ evoluzione sociale comporta sempre e comunque delle “ vittime sacrificali” delle quali i più nostalgici – ovvero coloro che in quella cabina ci hanno trascorso ore per parlare con un amore o semplicemente per dare appuntamento ad un amico – ne sentiranno la mancanza osservando quell’angolo vuoto immolato in virtù di una cosa cosa chiamata “progresso”.
Sara Gaglio