SAN PIERO PATTI – “DIARIO NOTTURNO” ( di Diego Sergio Anzà)

SAN PIERO PATTI – “DIARIO NOTTURNO” ( di Diego Sergio Anzà)

Credetemi, non è il rituale delle buone maniere. Sono davvero grato ai colleghi di San Piero Patti 24 e Patti 24, ed in particolare a Sara Gaglio, per avermi voluto affidare questa rubrica. Assolverò il mio compito con gli stessi princìpi che hanno sempre guidato la mia professione giornalistica: indipendenza, assoluta libertà di giudizio ed onestà intellettuale. In ogni caso saranno i lettori a giudicare.
Oggi la comunicazione, soprattutto nelle sue nuove forme di espressione, ha acquisito un valore assoluto, direi vitale. Tutto è interconnesso. Si può affermare che nulla esiste se i media non lo riferiscano, nulla assume validità fattuale senza il puntuale riscontro della rete, dei giornali e della tv. Certo questa dimensione può creare problemi psico-sociologici, direi quasi una mutazione antropologica. Ma è così, sono gli effetti della globalizzazione, non solo economica, ma dei costumi e dei nostri stili di vita. Impossibile fermare la complessità di un mondo in continuo cambiamento. E proprio per questo “l’ideologia della comunicazione” deve muoversi con grande attenzione e rispetto degli archetipi irrinunciabili dell’umanesimo sociale. Il Web è la più grande rivoluzione almeno degli ultimi 20 anni. Ma le rivoluzioni non sono a prescindere. Vanno sempre indirizzate al miglioramento delle condizioni esistenziali e ad alimentare spirito critico e consapevolezza. Non è per nulla scontato che la piazza dev’essere virtuale, fredda e senz’anima. Anzi, più gli operatori dell’informazione su cui grava un’enorme responsabilità, riescono a coinvolgere attivamente i lettori e più si allarga e si rafforza la democrazia. Possiamo tutti quanti appropriarci delle decisioni che una volta erano esclusiva degli abitanti delle “segrete stanze”. La rete deve avere due precise finalità: informare e far partecipare. Soprattutto in un piccolo comprensorio come il nostro. Faccio un esempio: quando ero ragazzino, il quartiere Arabite era considerato quasi la suburra di San Piero; un luogo di “scarto” , anche se in quel posto viveva gente che lavorava onestamente e dignitosamente, al contrario di tanti parassiti che abitavano nella zona “alta” del paese. Ma nell’immaginario collettivo era così. Adesso, grazie alle mutate condizioni sociali, ma anche grazie alla capacità della rete di farci vedere oltre i pregiudizi, Arabite è divenuto il tesoro che è sempre stato ed il luogo, come altri, della nostra memoria storica e di parte della nostra identità. Un tesoro che tutti assieme faremo in modo di farlo risplendere come merita.
E questo vale pure per gli altri beni collettivi da troppo tempo dimenticati.
Mi auguro, con la mia rubrica, di poter contribuire in tal senso, anche se mi riservo il piacere di spaziare in ogni direzione. Senza sconti a nulla ed a nessuno.
Per concludere un sincero apprezzamento a questi ragazzi dei nostri giornali online che con abnegazione e senza alcun interesse economico e di carriera, offrono un prezioso servizio a tutta la comunità.
Grazie a tutti e…a tra poco.

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