PATTI – 2 dei 4 ”bulli” arrestati sabato scorso sono di Montagnareale e 2 di Gioiosa Marea. Al vaglio la posizione di un maggiorenne

PATTI – 2 dei 4 ”bulli” arrestati sabato scorso sono di Montagnareale e 2 di Gioiosa Marea.  Al vaglio la posizione di un maggiorenne

arresti_bulli_patti_slider_0012 dei 4 ”bulli” arrestati sabato scorso dagli agenti del Commissariato P.S. di Patti sono di Montagnareale e 2 di Gioiosa Marea. Al vaglio del Tribunale ordinario di Patti ci sarebbe la posizione di un quinto ragazzo che a differenza degli altri sarebbe maggiorenne.

Arrestati in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari presso il Tribunale per i Minorenni, su richiesta del sostituto procuratore del tribunale di Patti Dott. Andrea Pagano, i quattro minori di età compresa tra i 14 ed i 17 anni sono stati collocati in apposite comunità alloggio è ritenuti responsabili dei delitti – posti in essere in concorso tra loro e con le aggravanti di aver commesso il fatto in cinque e più persone nonché in danno di un minore – di sequestro di persona, porto d’oggetto atto ad offendere, tentata violenza privata, minaccia grave e lesioni aggravate in danno di altri minorenni.

Intanto giovedì mattina, dovrebbero svolgersi gli interrogatori di garanzia dei quattro minorenni difesi dagli avvocati Giuseppe Ciminata e Fabio Spagnolo.

I fatti si riferiscono ad una vicenda di bullismo di inquietante violenza e crudeltà, occorsa nel pomeriggio del decorso ottobre, in un appartato sito aziendale dismesso ricadente nel comune di Patti, che ha visto un gruppo di minori non farsi scrupolo di “bloccare” un sedicenne, tenerlo fermo per oltre un’ora (un periodo ricordato come “interminabile” dal malcapitato), onde sottoporlo ad un linciaggio collettivo – presuntivamente sanzionatorio di pregresse condotte dello sventurato, percepite come irriverenti dagli aggressori – che provocava delle fratture al volto della vittima.

E ciò avveniva, addirittura, dinnanzi ad un pubblico di spettatori costituito da altri giovani, appositamente chiamati dagli aggressori affinché assistessero al feroce e spietato evento, in un contesto di ostentata crudeltà, presumibilmente destinata a consacrare coralmente la pretesa primazia nel gruppo dei giovani criminali. Alla scena, peraltro, assisteva un giovane testimone che, qualche giorno dopo il fatto, veniva avvicinato da uno degli aggressori e da questi gravemente minacciato di morte nonché fisicamente aggredito con colpi al volto, onde indurlo ad astenersi dal riferire alle Autorità quanto visto.

Redazione

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