DIARIO NOTTURNO – SIAMO A CANOSA O A NEW YORK? ( di Diego Sergio Anza’)

DIARIO NOTTURNO – SIAMO A CANOSA O A NEW YORK? ( di Diego Sergio Anza’)

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Ed io, povero ingenuo, che pensavo che certi gravi incidenti ferroviari ( e non solo) accadessero soltanto lungo le nostre scassate tratte. Sistemi obsoleti, binari in agonia e carrozze borboniche. Ora scopro, fatto salvo ovviamente il rispetto per le vittime, che nella patria dell’efficienza e della ipertecnologia succede lo stesso o di peggio. Caspita, ci crolla un mito!
Ieri un treno di pendolari che viaggiava tra il New Jersey e New York, è arrivato a forte velocità nella stazione di Hoboken, vicino alla Grande Mela, e come un tornado ha travolto tutto.
Il convoglio si è schiantato contro le strutture della stazione, a quell’ora colma di persone in attesa. Una carrozza è addirittura uscita dai binari ed è entrata nell’edificio. Il bilancio è di un morto e di 114 feriti, alcuni finiti in Rianimazione.
Cause della tragedia? A distanza di quasi un giorno, le autorità non hanno saputo dare alcuna spiegazione. Anche questa, pensavo, fosse una prerogativa italiana. Invece, delusione su delusione. Ci crolla un mito!
Ma dico io, queste sofisticate tecnologie yankee, questi computer partoriti dalle eccelse menti di Silicon Valley, dove sono? Qualcuno a Manhattan dice che non ha funzionato il sistema elettronico di autobloccaggio dei freni. Ma io ero convinto che solo da noi, su certi convogli sudisti, avessimo ancora i freni a mano, gli scambi spostati con le leve e le sbarre dei passaggi a livello manovrate da Tina Pica, alla stazione di Piovarolo.

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Ai, ai, America come ti sei ridotta da Bush a Trump. E quanto mi dispiace per i nostri esterofili d’antan. Che sofferenza, ad esempio, per Renzo Arbore. Ha costruito il senso della sua vita per le strade di New Orleans con il vestito di Buffalo Bill. E quello sciagurato di Renato Carosone che ha stracantato “Tu vuò fa l’americano”. Ed i nostri ragazzi che partono giulivi per le università di Chicago e Boston per poi scoprire che il bosone lo sanno maneggiare meglio a Siena.
Pazienza. Auguriamoci almeno che i feriti ricoverati negli ospedali del New Jersey, siano trattati un po’ meglio che nei nostri nosocomi sgarrupati.

 

diego_sergio_anza_loghino_firma_002Diego Sergio Anza

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