DIARIO NOTTURNO – BREXIT. E LE ALTRE USCITE? ( di Diego Sergio Anza’ )

DIARIO NOTTURNO – BREXIT. E LE ALTRE USCITE? ( di Diego Sergio Anza’ )

Non ce la fa più. È distrutto, esausto, non gli è rimasta neppure la forza per rientrare nel vocabolario. Chi? Il verbo USCIRE. Non c’è televisione, radio e giornale di tutto il mondo che non l’abbiano usato e sfruttato oltre ogni… verbale sopportazione. Sempre in piena azione l’Internazionale dell’uniformità e dell’omologazione.

Una sola notizia ha sorvolato (e sorvola chissà per quanto) tutti i continenti. La mente ed il cuore dei politici, dei comunicatori, dei finanzieri, insomma a di tutti i trippaman, non si staccano più da questa lady Brexit. Non la lasciano sola neppure un istante.
La Gran Bretagna è uscita dall’Unione europea. Grande apprensione, dramma. La scienza allertata, gli aruspici svegliati in piena notte. Un fischio e tutto il gregge dietro. Certo, lo capisco, è un fatto importante, può anche cambiare qualcosa, i mercati per qualche giorno fibrilleranno, le Borse singhiozzeranno, il Direttorio di Bruxelles rinuncerà alla colazione. Anche il marchese Agostino di Ximenes ha già rilanciato la sua invettiva: perfida Albione.
Sommessamente, come direbbe Walter il Mesto, io penso si stia facendo tanto rumore per (quasi) nulla. La Bretagna, non più grande, ex colonizzatrice di mezzo mondo, è uscita dall’inesistente UE. Ed allora? L’Europa degli affari e dei governi schiavi degli Affari, troverà quanto prima i rimedi per resettare tutto. Il Drago della Banca centrale si adopererà per…soffiare fuoco amico sulla momentanea, sofferta algidità. Non c’è alcun pericolo per Eurotrippa. E nessuna novità neppure per i sudditi di Sir Capitale. Continueranno ad avere le medesime angustie di sempre.
Oggi ho incontrato al bar il ragionier Fantozzi. Si è fatto proprio serio, direi incazzato. Mi ha proposto un uso più “umano” del verbo USCIRE. Applicato ad uscite più “umane”. Altro che la Brexit!
Alcuni esempi più tipicamente italiani.
Dopo una malattia, uscire dall’ospedale in buona salute e possibilmente restare vivo durante il trasferimento a casa.
Uscire dalla disoccupazione e dalla precarietà.
Uscire da scuole che non cadono a pezzi e, perchè no, fornite di carta igienica.
Uscire da Università che ti mettano in condizioni di trovare un lavoro.
Uscire da una banca che non ti chieda, per ottenere un piccolo prestito, la garanzia di cento appartamenti. E soprattutto che non ti trasformi in vittima di usura.
Uscire dalla fine del mese senza debiti pure dal salumaio.
Uscire dalla tossicodipendenza dell’iPhone sempre acceso anche in strada e che ti fa sbattere contro il palo.
Uscire da un ufficio pubblico senza aver fatto una fila di tre ore.
Uscire da un cinema senza aver visto un film di Sorrentino o di Moretti. O peggio della solita pappa made in Usa.
Uscire dall’inquinamento e dalla conseguente follia delle stagioni.
Uscire da una libreria con un libro e non con trecento fogli di cazzate.
Uscire da un campo profughi ormai vuoto. Perché i nostri fratelli migranti hanno trovato una dignitosa ed umana sistemazione.
Uscire dalla vista di politicanti pelandroni e ladri, di grandi industriali evasori e di manager incapaci pluripremiati.
In definitiva, uscire da questa società immiserita, disperata e disperante, dove la nuova schiavitù viene definita democrazia; dove non c’è più alcuna differenza tra merci ed uomini.
Questa è la “Brexit” che vorremmo noi, rematori nelle nostre modeste barche quotidiane.
E che nessuno si azzardi ad eccepire che il mio è un discorso minimalista e populista, che non so considerare le vere dinamiche economiche e politiche, le complicate strategie europee e mondiali. Che nessuno osi contraddire le ragioni di miliardi di persone. Perché come minimo gli sputo in un occhio e, se insiste, in tutti e due. Magari seguendo i consigli di…mira del grandioso Totò.

P. S. Dimenticavo un’annotazione pro San Piero, il nostro paesello. Il verbo uscire può essere ovviamente anche coniugato al congiuntivo: vorrei che USCISSERO quanto prima dalla Regione i soldini per restaurare la nostra Arabite.

diego_sergio_anza_loghino_firma_002Diego Sergio Anzà

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