SAN PIERO PATTI – Vivere e convivere con il diabete tra i banchi di scuola. l’ I. C.“ Rita Levi- Montalcini” forma ed informa sulla patologia

SAN PIERO PATTI – Vivere e convivere con il diabete tra i banchi di scuola. l’ I. C.“ Rita Levi- Montalcini”  forma ed informa sulla patologia

 

Formare ed informare per favorire l’inserimento dei bambini e degli adolescenti affetti da diabete anche tra i banchi scolastici: con questo obiettivo  l’ Istituto Comprensivo “ Rita Levi- Montalcini” di San Piero Patti, presieduto dal Dirigente scolastico Prof.ssa Graziano Clotilde,  ha dato vita al seminario “ La gestione del diabete a scuola” che, nei giorni scorsi, ha radunato intorno al tavolo dei lavori esperti, docenti, genitori e personale ATA.

Perché affrontare la tematica anche nelle scuole?  La risposta giunge, in primo luogo, dai numeri: 20 mila bambini e ragazzi soffrono di diabete di tipo 1. Dati che l’istituzione scolastica non può di certo ignorare sia per l’altissima probabilità – in costante aumento – di avere, tra i propri frequentanti , ragazzi diabetici sia per il ruolo che la stessa scuola riveste in termini di inclusione e sostegno al bambino ed anche alla sua famiglia. Soggetti, questi ultimi, che affrontano quotidianamente numerose difficoltà  anche nelle aule : disagi psicologici, come per esempio l’insorgere di sentimenti di diversità e di esclusione, e pratici come la gestione complessa della somministrazione di farmaci vitali e l’esecuzione dell’autocontrollo glicemico durante l’orario delle lezioni.

 

 

Una scuola preparata ad affrontare queste situazioni permetterebbe, pertanto, una migliore e più serena gestione della malattia. Da questa consapevolezza iniziale nasce l’idea dell’incontro, occasione per affrontare tutto questo con l’ausilio di esperti in materia che hanno relazionato sul tema. Presenti in aula:  il Prof. Fortunato Lombardo, Direttore C.RD – AOU Policlinico di Messina; la Dott.ssa Isodiana Cupri, pediatra presso l’ASP di Messina ed Armando Maggiari, Presidente dell’Associazione Giovani diabetici di Messina.

All’attenta platea sono stati presentati i riferimenti normativi che dispongono in materia di diabete come  la legge 16 marzo 1987  n. 115 dedicata specificamente alle “Disposizioni per la prevenzione e la cura del diabete mellito”.  Proposta da un gruppo di deputati (primo firmatario l’onorevole Aldo Pastore), dopo una lunga preparazione alla quale molto ha contribuito la Fand-Associazione Nazionale Diabetici”, la normativa è una legge-quadro, di principi generali, dei quali affida poi alle Regioni e alle Province autonome la concreta attuazione attraverso i Piani Sanitari Regionali. La legge 115, che definisce il diabete come una patologia “di alto interesse sociale”, stabilisce alcuni obiettivi fondamentali da realizzare: sia va dalla prevenzione e la diagnosi precoce; al miglioramento della cura attraverso una rete di assistenza specializzata; la prevenzione delle complicanze e l’ inserimento dei diabetici nella scuola, nel lavoro, nello sport e molto altro ancora.

Il Dott.re Lombardo, nella sua relazione, ha fornito agli astanti le basilari  informazioni necessarie  per  l’inserimento e la gestione a scuola del bambino/ragazzo con diabete, inquadrando le possibili problematiche che si possono innescare nel momento in cui esordisce la patologia  ed il piccolo paziente deve far fronte a tutte le attività della vita quotidiana comprese, ovviamente, quelle relative agli obblighi scolastici. L’attenzione deve essere posta – ha commentato Lombardo – sia sul vissuto psicologico dell’alunno (bambino/ragazzo/adolescente) – ovvero su ciò che questo prova nel mettere in atto le pratiche di autogestione,  nel confrontarsi con i limiti dati dal diabete e nel senso di vergogna , accettazione o distacco nel contesto scuola –  sia sul vissuto degli insegnanti, i quali , dati alla mano, nell’ 80 % dei casi ignorano la presenza della malattia nei bambini e non sanno riconoscere i sintomi di iper-glicemia e di ipo-glicemia (interpretati come svogliatezza o indisciplina) non avendo neanche idea che i pazienti non possano praticare dello sport. La poca conoscenza attuale, pertanto, rende primaria ed urgente una maggiore formazione del personale preposto riguardo a tale problematica.

L’intervento del Presidente dell’Associazione Giovani Diabetici della Provincia di Messina, Armando Maggiari,  ha sottolineato  il ruolo attivo delle varie Associazioni, dislocate sul nostro territorio, che si occupano della patologia diabetica. E’ stato mostrato, in presa diretta, come si somministra il farmaco salva vita atto a  fronteggiare una possibile complicanza. Grazie alla presenza, in aula, di un’infermiera,  è stato possibile fare vedere come si procede per effettuare sia i controlli della glicemia – attraverso il glucometro – sia come si somministrano le punture per elargire l’insulina ai pazienti con le apposite penne.  Ai piccoli grandi pazienti di Lombardo sono stati presentati  i nuovi strumenti  tecnologici che vengono in aiuto del diabetico: i microinfusori per l’insulina, “marchingegni” che possono suscitare iniziale timore al soggetto inesperto ma che, in realtà,  migliorano la qualità della vita.

A chiudere i lavori la Dott.ssa Isodiana Crupi , Pediatra di Famiglia del Distretto di Patti. “Il diabete – commenta il medico – rappresenta la malattia endocrino-metabolica più frequente dell’età pediatrica. Negli ultimi 3 decenni l’incidenza del diabete di tipo 1 ha mostrato in Europa un lento e costante incremento. L’incremento è risultato più significativo nella fascia di età inferiore ai 5 anni. Se il trend venisse confermato è prevedibile un raddoppio dei casi incidenti tra il 2005-2020 nei bambini di età inferiore a 5 anni.

L’esordio del diabete ( così come avviene anche per altre patologie croniche) in un paziente in giovane età implica la rimodulazione di tutte le attività quotidiane dell’intero sistema familiare. In età pediatrica  il diabete interferisce in ogni aspetto della vita  e delle esperienze del bambino, imponendo un peso che deve essere sostenuto dal bambino stesso ma anche dai genitori, dai fratelli, dai parenti, dalla scuola e dalla comunità in genere. Poiché nella popolazione esiste una scarsa consapevolezza del carico umano e sociale che grava sul bambino e sull’adolescente affetti da diabete, la cura di tale patologia deve essere impostata non solo sotto il profilo biomedico ma anche sotto quello psicosociale.

L’integrazione tra servizio ospedaliero, servizi sanitari territoriali (pediatra di famiglia) e servizi scolastici è importantissima  al fine di favorire la promozione e adozione di comportamenti condivisi e concordati tra i vari soggetti coinvolti, allo scopo di favorire un idoneo inserimento del giovane con diabete all’interno del contesto scolastico in accordo con i genitori e con lo stesso bambino-ragazzo. L’obiettivo è quello di ridurre il disagio psicologico/emotivo del bambino-adolescente e della sua famiglia”.

 

Sara Gaglio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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