SAN PIERO PATTI – Un futuro “sospeso” in attesa di riscatto. A noi la scelta ( di Sara Gaglio)

SAN PIERO PATTI – Un futuro “sospeso” in attesa di riscatto. A noi la scelta ( di Sara Gaglio)

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Forse avviene in molti piccoli centri di provincia di vivere come  “sospesi”. Qui a San Piero Patti, la sensazione che si respira negli ultimi tempi è proprio questa: la palpabile percezione di barcamenarsi, pericolosamente, come sopra una sottilissima fune ondeggiante, simile a quella sulla quale si destreggia un’equilibrista .

Ed, in questo caso, due sono i possibili scenari: la caduta dentro il baratro, determinata da un passo falso, oppure la risalita in vetta del paese grazie ad un’energica spinta.

Questo stato di sospensione,  tra il rovinoso ed irreversibile capitombolo oppure tra la rinascita stile Araba Fenice, si rispecchia oramai in tanti aspetti della vita del paese: la politica; la cultura; il concetto stesso di società,  di bene comune e di futuro.

Sospeso il Consiglio Comunale sampietrino: si potrebbe iniziare da qui. Evento del tutto nuovo per la politica locale; mai verificatosi prima a memoria d’uomo.

Per chi ( invero pochi!) era avvezzo frequentare le sedute del civico consesso, le cause politiche che hanno determinato tale conclusione sono chiare; meno i passaggi squisitamente tecnici . Ai tanti elettori che invece, per svariati motivi, le disconoscevano è stato rivolto l’incontro pubblico organizzato dai diretti interessati. Domenica scorsa, infatti, i 5 ex consiglieri del gruppo “Progetto Paese” – Fabio Di Dio; Francesco Pagana; Francesco Ferro; Gian Luca Camuti e Gianluca Di Bella –  hanno incontrato la comunità per raccontare la loro attività politica; confrontarsi con i presenti e , perché no’, recepire quelle critiche mosse ed anche gli altrettanti consigli espressi dagli astanti. Questo, forse, con un quel ritardo – come gli stessi hanno evidenziato – dovuto alla scelta di lavorare in sordina piuttosto che sotto i riflettori.

“ Gruppo Paese” ha, pertanto,  ripercorso ed analizzato gli ultimi 4 anni e mezzo vissuti tra gli scranni di via Municipio. Alternandosi nei diversi interventi, i 5 hanno snocciolato alla platea, presente al Cinecircolo, le “carte”, i dati , i fatti e gli antefatti politici che da quel 2012 ad oggi hanno rappresentato un percorso – tutto in salita, a loro dire – che alla fine li ha condotti a scegliere coscientemente di far calare il sipario anticipatamente su loro mandato.

“Un muro alto ed impenetrabile,  una scalata svilente quanto infruttuosa”: questo il tratteggio che viene fuori dalle loro parole quando si parla di un sindaco, di una giunta e dei colleghi definiti  “sordi alle reali esigenze del paese; naviganti senza alcuna rotta precisa e produttiva per San Piero Patti” e, quasi mai, in linea con il gruppo divenuto maggioranza; loro che, di emendamento in emendamento e di proposta in proposta – nonostante la maggioranza dei numeri acquisita allorché  il Sindaco Trovato ha perso in questi anni la sua in Consiglio – sono stati costantemente umiliati e resi inermi nel proprio stesso ruolo di indirizzo.

Bilanci, DUP, SPRAR, Casa di riposo, strade: molteplici gli argomenti portati ad esempio è sui quali Ornella Trovato e la sua Giunta non avrebbero mai voluto prendere in considerazione le proposte dei consiglieri oggi sospesi e presto ufficialmente sciolti dalla Regione. Tutti questi dinieghi, immotivati ed a priori, avrebbero così portato il gruppo Progetto Paese – di concerto a quello “ Orgoglio, Impegno e Libertà”  ( composto da Alfonso Schepisi; Graziella Ardiri e Mario La Bela ) ed alla consigliera indipendente Cinzia Pagliazzo  – alla decisione di interrompere questo stillicidio politico e di scrivere la parole fine su di una stagione nella quale l’Amministrazione Trovato chiuderà il suo mandato elettorale senza un Consiglio.

Accantonata la parentesi poltica, apriamo – date le recenti notizie – quella del futuro del quartiere Arabite anche questo sospeso a quel filo sottile.

Novità anche su questo fronte. Solo qualche mese addietro, giungeva il comunicato stampa dello staff del sindaco che  annunciava che “con decreto dell’Assessorato Regionale delle Infrastrutture e della Mobilità era stata approvata la graduatoria del Bando pubblico emesso dalla Regione Siciliana per gli interventi di recupero finalizzati al miglioramento della qualità della vita e dei servizi pubblici”. Tra questi , ammessi al finanziamento, era rientrato il progetto inerente Arabite per un importo pari ad euro 1.100.000,00.  Il progetto esecutivo, approvato dall’Amministrazione comunale con delibera di G.M., si era collocato al 15° posto su 120 progetti ammessi a finanziamento nella categoria A1. Bene, tutto sembrava essere, quindi, andato per il meglio.

Oggi, con il senno di poi, cautela avrebbe voluto che prima di “dire gatto” lo si avesse nel sacco; oggi che da quel 15 posto siamo tristemente arretrati al 90°  (su 97 Comuni in graduatoria)  Secondo recenti dichiarazioni dell’Assessore Massimiliano Giambrone, l’Amministrazione si sarebbe già mossa recandosi presso l’Assessorato regionale competente. “Nei prossimi mesi, dovrebbe avvenire un rimpinguamento delle somme messe a disposizione dalla Regione ( attualmente circa 52 milioni per l’Asse A1)  e, quindi, per scorrimento della graduatoria anche il progetto di Arabite dovrebbe rientrare in quelli finanziati. Alla luce di questo,  non riteniamo utile per il momento presentare ricorso quanto piuttosto attendere”, questo il commento dell’Assessore.

In definitiva, se l’epilogo del Consiglio Comunale quello è e quello resta, il futuro del Borgo vogliamo invece immaginarlo ancora in fase di stand-by e, quindi, dargli una chance. Una possibilità che è meglio non legare strettamente, stavolta, soltanto agli sbandierati finanziamenti quanto piuttosto alla nostra volontà.

Non tutto è perduto.

Molto si può ugualmente ancora fare per Arabite a stretto giro ed utilizzando i soldi comunali: garantirne  la costante pulizia; ripensare e qualificare spazi ed arredi pubblici, anche mediante materiali semplici ma d’impatto; ricollocare  tutta la cartellonista; incentivare le manifestazione in loco; creare percorsi turistici – culturali; intimare la messa in sicurezza delle case pericolanti site nel quartiere, ecc. Queste sono solo alcune proposte di interventi realizzabili con esigui costi se si considera la mole e la qualità delle risorse umane locali: associazioni; volontari; artisti ed artigiani.

Perché se è vero che la carenza di assidua comunicazione e, soprattutto, di coinvolgimento della cittadinanza  nella gestione della “cosa pubblica” – secondo quanto emerso anche nell’incontro promosso dagli ex consiglieri – ha contribuito ad incrementare quel senso di abbandono, di apatia e di disinteresse del cittadino verso la politica e, quindi, verso la corretta gestione del bene comune, la “morale” di questa favola deve farci riflettere ed orientare sia la prossima classe dirigente che tutta la collettività: è vitale fare “rete”; ritrovare quell’identità comunitaria e quella coesione assopita.

Uniti per fare di più e meglio; uniti per vigilare su chi ha, invece, velleitari protagonisti dannosi per un paese che cambia o soccombe. Solo così tutto quello che S. Piero ha in “sospeso” potrà, invece, crescere e svettare per trattenere i giovani; richiamare i vacanzieri e rendere vivibile l’esistenza di ognuno.

E’ necessaria una ”molla” potentissima; una spinta che funga da volano e che può scaturire solo dal basso. Giovani e meno giovani, nessuno può sottrarsi.

San Piero Patti, in questa fase storica, è come quello sventurato che si trova sulla fine, al quale basta davvero poco per cadere nell’oblio oppure riscattarsi.  E’ tempo di scegliere: l’apatia; i personalismi , l’arrivismo e le divisioni daranno il calcio mortale al paese mentre l’unione di uomini e donne di buona volontà – che nulla bramano sennonché la crescita del paese –  lo riporterà in vetta.

Il futuro è adesso. A noi la scelta.

 

Sara Gaglio

 

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