SAN PIERO PATTI – Programmata la realizzazione di una Casa di Comunità nei locali dell’ex Ospedale ” Paladini – Bua”.

SAN PIERO PATTI –  Programmata la realizzazione di una Casa di Comunità nei locali dell’ex Ospedale ” Paladini – Bua”.

Si torna a investire sulle strutture e sui servizi sanitari a San Piero Patti.

A darne notizia la stessa Amministrazione Comunale che – tramite nota stampa – ha informato che l’Azienda Sanitaria di Messina ha programmato la realizzazione di una “Casa di Comunità” nel comune collinare, con la quale si attuerà una parte significativa della Missione 6 del PNRR.

L’Esecutivo Fiore, esprime soddisfazione per questo importante risultato che raggiunge la nostra comunità. Grazie al costante interessamento della Giunta  – commentano – il nostro comune rientra nella rete degli investimenti sanitari del PNR, che porterà a nuovi investimenti e nuovi servizi (fra cui nuovi ambulatori) che verranno realizzati nell’ex ospedale Paladini-Bua mirati a potenziare i servizi sanitari e diventerà una struttura sanitaria di riferimento per tutto il comprensorio“.

La Casa di Comunità è un nuovo importante modello di sanità territoriale, vicina al cittadino e presente capillarmente sul territorio. È il luogo fisico di prossimità e di facile individuazione dove la comunità può accedere per poter entrare in contatto con il sistema di assistenza sanitaria e sociosanitaria.

La CdC promuove un modello organizzativo di approccio integrato e multidisciplinare attraverso équipe territoriali, e costituisce la sede privilegiata per la progettazione e l’erogazione di interventi sanitari e di integrazione sociale.

La sua attività deve essere organizzata in modo tale da permettere un’azione d’équipe tra Medici di Medicina Generale, Pediatri di Libera Scelta, Specialisti Ambulatoriali, Infermieri di Famiglia o Comunità, altri professionisti della salute disponibili nell’ambito delle aziende sanitarie, quali ad esempio Psicologi, Ostetrici, Professionisti dell’area della Prevenzione, della Riabilitazione e Tecnica, e Assistenti Sociali, anche al fine di consentire il coordinamento con i servizi sociali degli enti locali del bacino di riferimento.

I medici e gli altri professionisti sanitari provvedono a garantire l’assistenza primaria attraverso un approccio di medicina d’iniziativa e la presa in carico della comunità di riferimento, con i servizi h12 e integrandosi con il servizio di continuità assistenziale h24.

La CdC garantisce l’erogazione dei seguenti servizi, anche mediante modalità di telemedicina:

– Équipe multiprofessionali (MMG, PLS, Continuità Assistenziale, Specialisti Ambulatoriali Interni (SAI) e dipendenti, Infermieri e altre figure sanitarie e sociosanitarie;

– Presenza medica h24 (7 giorni su 7) anche attraverso l’integrazione della Continuità Assistenziale;

– 10/15 ambulatori specialistici;

– Presenza infermieristica h12 (7 giorni su 7), 8/12 infermieri di famiglia e comunità;

– 1 coordinatore;

– 2/3 IFeC per le attività ambulatoriali della CdC;

– 1/2 IFeC per attività di triage e valutazione dei bisogni di salute;

– 4/6 IFeC per l’assistenza domiciliare di base per attività di prevenzione e tele-assistenza;

– 5/8 unità di personale di supporto (amministrativo, tecnico e sanitario);

– Punto Unico di Accesso (PUA) sanitario e sociale, aperto 6 giorni su 7 dalle ore 8:00 alle ore 18:00;

– Altri servizi all’utenza anche sanitari;

– Punto prelievi;

– Programmi di screening;

– Servizi diagnostici finalizzati al monitoraggio della cronicità (ecografo, elettrocardiografo, retinografo, oct, spirometro, radiologia, ecc.) anche attraverso strumenti di telemedicina (es. telerefertazione);

– Servizi ambulatoriali specialistici per le patologie ad elevata prevalenza (cardiologo, pneumologo, diabetologo, oculista, ecc.);

– Servizi infermieristici, sia in termini di prevenzione collettiva e promozione della salute pubblica, inclusa l’attività dell’Infermiere di Famiglia e Comunità (IFeC), sia di continuità di assistenza sanitaria, per la gestione integrata delle patologie croniche;

– Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP (numero verde) aziendale;

– Servizio di assistenza domiciliare di base;

– Partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione, attraverso le associazioni di cittadini e volontariato;

– Relazione tra la CdC con il funzionamento delle strutture per le cure intermedie (es. assistenza medica nelle strutture residenziali territoriali come l’ospedale di comunità).

Con le case di comunità, gli ospedali di comunità, i Distretti Sanitari, i Distretti locali, le Centrali operative viene disegnata la mappa della sanità territoriale dei prossimi 20-30 anni.

Redazione da comunicato stampa

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