SAN PIERO PATTI – Nessuno è solo e presto torneremo ad abbracciarci. Buona Pasqua San Piero!

SAN PIERO PATTI – Nessuno è solo e presto torneremo ad abbracciarci. Buona Pasqua San Piero!

 

Se tutto fosse stato “ normale”, oggi, nel giorno della Santa Pasqua, si sarebbero dovute rinnovare tutte quelle tradizioni e quei riti che connotano questo momento di festa, chiusura della Settimana Santa che culmina con la Resurrezione di nostro Signore.

Ma oggi, 12 Aprile 2020, è tutto cambiato, diverso. Quella che tutti noi definiamo normalità ha, infatti, lasciato il posto, da settimane, a qualcosa di sconosciuto e destabilizzante.
E’ entrato a far parte delle nostre vite un invisibile e temibile “nemico ” che ha stravolto i nostri ritmi, le nostre vite e minato tutte le certezze che ci accompagnano da quando siamo venuti al mondo.
Inizialmente lui era lontano, aveva gli occhi a mandorla e si era insinuato a distanze ed in territori talmente lontani che , ingenuamente , non ci spaventava ; era sufficiente “ evitare lo straniero” . Repentinamente , però, tutto è mutato : i primi contagi nel nostro Paese ci hanno portati a riconsiderare la situazione e , nel nostro vocabolario, è entrato un termine sconosciuto : covid- 19.
Di giorno in giorno, silente ed inaspettato, lui – usando le nostre gambe – si è mosso velocemente ed è arrivato anche nelle nostra nazione, nelle nostre regioni e nelle nostre comunità. Tutto si è fermato, molte serrande sono state abbassate e decine di porte chiuse : scuole, chiese, uffici e la gran parte delle attività commerciali hanno dovuto adeguarsi. Nel nostro piccolo centro come nelle metropoli di tutto il pianeta.
Vite congelate, rapporti umani privati di abbracci, vicinanza e calore. Interminabili giornate scandite solo dal pensiero del pranzo e della cena e dal passaggio dal letto al divano. E tanto, tanto tempo per pensare..

Abbiamo capito di non godere di nessuna “immunità” apprendendo la notizia dei primi contagi anche nella nostra San Piero Patti: ad ogni bollettino, un pugno nello stomaco e l’ansia di sapere a chi fosse toccata l’avversa sorte di ammalarsi. Leggendo le notizie, un susseguirsi di emozioni : paura, sconforto, incertezza , rabbia.

Maggiori contagi maggiori restrizioni , tutte indispensabili per fermare il diffondersi del virus : le forze dell’ordine schierate ed i nostri vigili a controllare il territorio e a far rispettare ordinanze (permettete, a loro va un sentito ringraziamento).
Ed in prima linea , anche: il nostro 118; i nostri medici di famiglia, della guardia medica ed i pediatri; gli operatori della nostra RSA e della Casa di riposo; i nostri volontari; gli impiegati e gli operai comunali; i lavoratori delle Poste; i nostri Amministratori Comunali; gli addetti alla raccolta dei rifiuti e le donne e gli uomini che gestiscono le nostre botteghe e supermercati . Loro , per garantire la nostra salute, i servizi essenziali e per non farci mancare il cibo in casa, non si sono mai fermati a discapito della loro stessa incolumità.


Oggi, le nostre tavole saranno forse più scarne ed accoglieranno un numero minore di commensali rispetto alla Pasqua “ normale”. I più fortunati siederanno con il proprio ristrettissimo nucleo familiare, i meno saranno addirittura da soli. La totalità dei nonni saranno privati della gioia di trascorrere questi giorni di festa tra le risate ed i capricci dei nipoti.

Famiglie divise e lontane – anche a pochissimi metri gli uni dagli altri – perché tutti dobbiamo mantenere le distanze, seguire gli accorgimenti e non abbassare , proprio adesso, la guardia.

“ Il virus della solitudine”: una persona a me cara e dannatamente lontana lo ha così definito. Ed effettivamente è quello che, in molti casi, ha causato.

Ho sempre pensato, però, che si può essere e ci si può sentire soli anche in mezzo a una moltitudine di gente. Ho anche pensato, ed appurato, che si può essere felici anche solo in compagnia di noi stessi purchè, al di là delle materiali distanze ed invalicabili barriere, si abbia pace ed equilibrio interiore e la consapevolezza che fuori da quella porta ci sia sempre e comunque qualcuno che ti attendende a braccia aperte.

Oggi , né io né voi, potremmo uscire in Piazza Duomo o andare di casa in casa per compiere il rituale scambio di auguri viso a viso”, potremmo solo farlo telefonicamente, tramite messaggi o videochiamate.
Anche la chiesa, in questo periodo, è un luogo chiuso ai fedeli e potremmo partecipare alla celebrazione della Messa esclusivamente collegandoci da un computer o aprendo la finestra così da fare entrare la voce di Padre Angelo Parisi che , dagli altoparlanti, non ha mai smesso di invitarci al raccoglimento ed alla preghiera e, di questo, gliene siamo grati .

Tutte queste “novità”, tutte queste assenze e privazioni potrebbero causarci, soprattutto in queste giornate festive, un ovvio ed umano senso di tristezza e di scoramento. Farci venire voglia di “evadere”!
Mi piacerebbe , invece, che ognuno di noi avesse la forza di continuare a tener duro e di alimentare ancora quel lume della speranza che abbiamo saputo, con intelligenza e diligenza, tenere accesso giorno dopo giorno.

Grazie al nostro radicato amore per il paese, grazie al nostro forte senso di appartenenza – che si è concretizzato nei tantissimi gesti e nelle diverse iniziative di solidarietà e di altruismo che hanno contraddistinto la comunità sampietrina in questa fase di emergenza – siamo riusciti ad andare avanti e a credere che la fine di questo incubo sia vicina e che non siamo soli.

Presto torneremo a girare per le nostre strade, insieme e vicini, con coraggio rialzeremo tutte le saracinesche dei nostri negozi, dei nostri uffici e di tutte le attività economiche del paese.
Le difficoltà non mancheranno di sicuro e forse non saremo più come prima. Ma non è necessariamente un male: saremo più ricchi di consapevolezze nuove ,di priorità e prospettive diverse, maturate in questo tempo trascorso a pensare senza la frenesia che la vita spesso ci impone. Tempo che, a guardala da un’angolazione differente, ci è stato messo a disposizione per usarlo in modo differente dal solito.
Volgendo lo sguardo a questi giorni trascorsi tra le mura domestiche, chi ha avuto la fortuna di godere di buona salute, è cosciente che , in fondo, non è mai stato veramente solo o abbandonato a sé stesso.

GRAZIE a chi ha fatto da” ancora di salvezza ” : con un uovo di pasqua, un fiore ai defunti, un sorriso regalato ad un anziano da un volontario, un commento ironico sui social, la donazione di mascherine e di dispositivi di protezione e tanto altro.

Ci siamo stretti e abbiamo dimostrato di essere forti, e presenti gli uni agli altri, affinché nessuno restasse indietro.

Il virus che ha davvero contagiato il nostro paese è solo uno: la solidarietà che ha scaldato le nostre case anche nei momenti più difficili. Nonostante tutto siamo, e saremo sempre, “quelli di San Piero “.

Con il cuore, Buona Pasqua a tutti da Sanpieropatti24.

Sara Gaglio

Evidenza x