MONTALBANO ELICONA – I megaliti dell’Argimusco continuano a suscitare l’interesse degli storici e degli archeoastronomi

MONTALBANO ELICONA – I megaliti dell’Argimusco continuano a suscitare l’interesse degli storici e degli archeoastronomi

argimusco_sp24_slider_001I megaliti dell’Argimusco,  tornati alla ribalta dopo che Montalbano Elicona è stato eletto Borgo  dei Borghi 2015, continuano a suscitare l’interesse degli storici e degli archeoastronomi e sembra che su tutto l’altipiano ci sia una miniera di reperti nascosti.

Andrea Orlando, Presidente dell’istituto di Archeoastronomia Siciliana, nel corso di una conferenza tenutasi all’interno del Castello di Federico III il Grande, ha annunciato importanti novità che potrebbero “allargare” quanto scritto  più di quarant’anni fa  dagli storici locali Gaetano Maurizio Pantano e Giuseppe Todaro.
Orlando ha  svelato i segreti dell’Argimusco attraverso le carte topografiche, tra cui quella del “Regnum Siciliae” di Gerado Mercatore del 1589, ed i diversi toponimi che segnalano la presenza di una fonte d’acqua utilizzata fin dall’antichità e di ossidiana.argimusco_sp24_003

L’astrofisico catanese  ha introdotto la nuova tecnica di indagine scientifica, come, ad esempio, il telerilevamento, la tomografia elettrica, il georadar e l’archeoastronomia. Anche l’indagine geologica sin qui fatta  è stata fondamentale per riscrivere la storia del sito:”Invochiamo a gran voce – ha detto Orlando -,l’avvio di scavi archeologici  su tutto l’altipiano dell’Argimusco, in modo da poter datare la frequentazione del sito in maniera certa e definitiva. E’ al momento certo che  le rocce che presentano suggestivi profili antropomorfi e zoomorfi  sono stati modellati dall’azione  millenaria della natura ed in parte anche dall’uomo”

argimusco_sp24_002Negli ultimi anni sono emerse, nascoste  nella fitta vegetazione, dei manufatti che ad oggi erano sconosciuti: :la tomba a grotticella ed il palmento rupestre. A valle della roccia dell’Aquila o  della Tartaruga, ,si trovano due blocchi di arenaria utilizzati per realizzare una cosiddetta ”tomba a forno”simile a quelle presenti nella necropoli di Pantalica, ed un palmento rupestre che presenta la vasca di pigiatura con una particolare pianta a forma pentagonale.
”Ed è proprio questo manufatto – ha detto Orlando – che porterebbe ad  effettuare nuove ed interessanti scoperte sull’altipiano”. “Siamo felicissimi che l’istituto di archeoastronomia siciliana stia continuando a valorizzare il sito dell’Argimusco che potrebbe  essere il valore aggiunto  per  dare più forza alla nostra richiesta di diventare paese dell’Unesco”. A tal proposito,  l’esperto dell’Unesco Ray Bondin è tornato a Montalbano per  continuare a vagliare tale richiesta.

 

Nicola Arrigo

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