DIARIO NOTTURNO – SAN PIERO / UN PATTO DI UNITÀ (di Diego Sergio Anzà)

DIARIO NOTTURNO – SAN PIERO / UN PATTO DI UNITÀ (di Diego Sergio Anzà)

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Amici miei compaesani, diamoci una mossa. C’è un grande tavolo che ci attende. Mettiamoci tutti attorno e firmiamo un solenne PATTO DI UNITÀ. È l’unico modo per uscire da una crisi economica, sociale e culturale che sta diventando irreversibile. Dobbiamo salvare San Piero. È inutile, e forse anche ingiusto, scaricare colpe, che qualche volta ci sono, su Amministrazioni comunali recenti e pregresse. Dobbiamo imparare, come diceva Kennedy, ad essere noi, tutti noi, nessuno escluso, gli amministratori del nostro paese. Basta demandare, basta criticare e poi starsene con le mani in tasca.
È l’ora di firmare un PATTO DI UNITÀ. Bisogna subito finirla con questa disgregazione che noto in giro, con divisioni, ripicche, pettegolezzi, piccole vendette, rancori e sterili polemiche.
In vista delle prossime elezioni, già vedo il solito teatrino. Totocandidati: quello si presenta, no non si presenta, quello è scarso, quell’altro è compromesso, quello vuole solo lo stipendio, quello è troppo giovane, quell’altro ha il naso storto e quell’altro ha i capelli lunghi o è senza capelli. Finiamola, per favore. Ce lo chiede San Piero. Ce lo chiedono i nostri straordinari beni architettonici, la nostra agricoltura, il nostro artigianato, il commercio, la nostra eccezionale bellezza naturalistica. Ce lo chiede la nostra storia. Veniamo da molto lontano ed abbiamo il dovere morale di saper costruire il futuro.

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Si respira nelle strade un’aria di mestizia e di rassegnazione. È come se il corpo di San Piero fosse in uno stato catatonico. I giovani resistono finché possono e poi preparano i troller. I compaesani di mezza età si adagiano nei loro piccoli privilegi. Gli anziani, tranne qualche lodevole iniziativa, sono lasciati nel dimenticatoio.
In questo vuoto di idee, d’impegno e di iniziative, San Piero si ripiega su se stesso e prende spazio l’ignavia e lo sterile quieto vivere.
Che importanza volete che abbia chi sarà il prossimo sindaco e chi saranno i nuovi assessori ed i nuovi consiglieri, se nella comunità paesana proseguono risse e divisioni? Se non ci si mette insieme in una comunione d’intenti volta solo alla rinascita ed allo sviluppo del paese?

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Guardate che non sono parole vane ed utopie. La situazione è davvero grave e seria. Ed è un peccato mortale non approfittare delle grandi potenzialità esistenti sul territorio. Abbiamo un tesoro e lo teniamo sotto terra. Vediamo brevemente nel dettaglio.
TURISMO —- San Piero non ha nulla da invidiare agli altri centri dei Nebrodi. Basta valorizzare, con un programma definito e variegato, e con appuntamenti fissi, tutti i beni storici (Arabite in primis) ed i percorsi paesaggistici. Ed ancora: organizzare sagre dei nostri unici e preziosi prodotti tipici, ma con date precise.

AGRICOLTURA —– Un settore dimenticato e che invece in quasi tutto il mondo sta diventando il “rifugio” occupazionale dei giovani. Bisogna tirar fuori le leggi d’incentivazione e ridare slancio a questo comparto vitale. Tra l’altro, nelle nostre campagne crescono prodotti che meriterebbero la denominazione d’origine.
ARTIGIANATO —– Una storia di eccellenze incredibili ed ancora oggi esistono realtà importanti. Sarebbe utile battersi per l’istituzione di una scuola ad hoc.
COMMERCIO —- Mancano le infrastrutture. Un primo aiuto importante potrebbe arrivare dalla realizzazione (finalmente) della superstrada fino a Colla. Non allentare la vigilanza sui lavori in corso.

CULTURA — Servono centri di aggregazione e di studio delle nostre tradizioni: un teatro, un museo della cultura contadina, un gruppo folclorico.

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Non è il libro dei sogni, non servono chissà quanti soldi. Serve prima di tutto un PATTO DI UNITÀ.
San Piero aspetta fiducioso. Non deludiamolo.
Le città sono destinate a diventare alienanti agglomerati burocratici. È nei paesi che le persone possono trovare il loro umano spazio vitale.

 

 

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Diego Sergio Anzà

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