DIARIO NOTTURNO – SAN PIERO / LA FONTANA E LE NOSTRE PIETRE PERDUTE ( di Diego Sergio Anza’)

DIARIO NOTTURNO – SAN PIERO / LA FONTANA E LE NOSTRE PIETRE PERDUTE ( di Diego Sergio Anza’)

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Come un libro per sempre chiuso. Pagine divelte. Le erbe non strisciano più sulla balaustrata grigia. Nelle occhiaie, d’inverno, non nuotano le orme ed è tramontato l’antico gregge. Si sentono gli echi dell’acciotolato che non c’è più. Sui sassi deformi si potevano leggere tante storie. Gioiose mattinate, tristi pomeriggi e notti tormentate; piccole grandi speranze, dolori nascosti, alito di amanti e l’ultimo saluto. Questo e altro si poteva leggere sulle pietre perdute che trascinavano la nostra Fontana verso il tramestìo della vita. Ora c’è una coltre di asfalto senza volto. Passano le gomme di ogni giorno, le plastiche dei piedi, senza lasciare traccia. Senza memoria.

Grazie , Nino U Marasciallichiu Tonino, per avermi mostrato questo antico scorcio: il monumento dei barocchi e la sua strada. Mi fai sentire le voci dei padri e delle madri. Mi fai sentire lo scroscio e mi fai vedere visi misteriosi.

Chi sono quei paesani che stanno attingendo linfa fresca? Da dove sono sbucati? Di che stanno parlando? Due commari svogliate e stanche? Due bravi rurali in attesa degli “amici” che provano l’abito nuovo dal vicino bardonaro? Oh, c’è pure un sillabario, un gallo-italico che intona l’ultima nota. Un gallo che ora non canta più. Grazie Daguerre, grazie Tonino. Il “disordine” del bianco e nero fa rivivere i contrasti e la verità. La “perfezione” è menzogna.

E c’è l’altra foto. E la stessa (?) Fontana. È assediata da orrende scatole moventi che emettono veleni infuocati. Ferita da trame di luci fatue. Vilipesa da transenne di ferro freddo. Non ha più neppure acqua per gridare la sua protesta.

Ha le vene secche ed il ventre vuoto.diario_notturno_la_fontana_e_le_nostre_pietre_perdute_003

 

Resiste, certo, perché la bellezza gode di eternità. Ma l’offesa è grave, imperdonabile. La bellezza non può essere soffocata; sa difendersi da sola e sceglie lei i suoi compagni. Non vuole che qualcuno delimiti il suo spazio e faccia ombra al suo corpo. La bellezza vuole che il mondo si avvicini a lei con libertà, con rispettosa accoglienza. Togliete quei ferri che ostacolano lo sguardo e le carezze.

La bellezza vuol essere difesa, ma non con le catene. Desidera che un guardiano scaraventi all’inferno quelle scatole di latta ed i loro insulsi padroni. Chi non ama la bellezza, va tenuto alla larga. Basta un piccolo miracolo: il guardiano tira fuori dalla tasca un libriccino e vi segna sopra un bel numeretto. Ci vuole tanto, mancati guardiani della bellezza? In un caldo pomeriggio dell’ultima estate, ho accompagnato due amici americani al cospetto della bellezza. Povera Fontana, come si vergognava! Ed io con lei. Era come se orrende braccia volessero trattenere la nostra meraviglia.

Allontanate quelle transenne e quelle scatole. Perché non amate la bellezza? Ve lo dico da tempo: solo lei può salvare San Piero.

(E datele la sua acqua. È assetata.)

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Diego Sergio Anza’

 

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